Cinquant’anni fa nasceva l’Accademia di Belle Arti di Frosinone da un patto di fiducia fra Istituzioni e docenti del Liceo Artistico “A. G. Bragaglia”. Nessuno dei contraenti è venuto meno alla promessa: ricercare, raccogliere ed accogliere l’humus artistico e culturale del territorio e offrirgli una casa, un contenitore dove sviluppare creatività e innovazione, senza trascurare la storia e la tradizione.
Per l’occasione, martedì 30 maggio nell’aula del Teatro si è tenuto il convegno su passato e futuro delle Accademie di Belle Arti, luoghi di esperienza tra tradizione e contemporaneità.
Sul palco a moderare l’incontro la Professoressa Loredana Finicelli, che ha presentato e ntrodotto gli ospiti: Carolina Brook, dell’Accademia Nazionale San Luca, Giovanna Cassese, dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e figura molto attiva nella promozione delle accademie presso il Ministero, Gianni Dessì, Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Macerata. Personalità di grande spessore culturale che hanno vissuto e vivono l’Accademia in tutte le sue manifestazioni.
Dopo un breve saluto del Sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli, la Direttrice Loredana Rea ha raccontato la nascita di questa Istituzione avvenuta nel 1972, con l’inizio delle lezioni nella primavera del 1973. La sua evoluzione ha portato cambiamenti anche nel tessuto sociale della città, dal momento che l’Accademia ha richiamato negli anni non solo studenti e artisti del territorio, ma anche un nutrito gruppo di studenti provenienti da tutto il mondo.
L’intervento della professoressa Brook, “Uno sguardo alle origini”, ci ha portato indietro nel tempo alla nascita dell’Accademia nel Rinascimento, come casa degli artisti sfuggiti al giogo delle corporazioni per affermarsi come identità creativa e intellettuale.
Mentre Giovanna Cassese, col suo energico intervento su “Patrimonio materiale e immateriale delle Accademia di Belle Arti del terzo millennio”, ha richiamato l’art. 9 della Costituzione per parlare di tutela e ricerca, anche ricordando passaggi del discorso di reinsediamento del Presidente Mattarella che ha parlato di patrimonio nazionale come accrescimento morale di un popolo. Con “un brillante futuro alle spalle”, citando il titolo di un vecchio intervento di Andrea Emiliani, c’è l’obbligo da parte di tutte le Accademie di raccogliere le istanze del contemporaneo e preservarne la memoria, a dispetto di una politica che, di fatto, sottrae fondi alla cultura, privandoci del diritto-dovere alla ricerca continua, ispirata al motto “della meraviglia e della battaglia”.
E, infine, Il prof Giovanni Dessì, che nel suo discorso filosofico “Tra il dire ed il fare” ha indicato la strada alle nuove generazioni il cui percorso formativo si innesta negli ambiti delle Accademie di Belle Arti: immergersi e accogliere la complessità della modernità, raggiungere una sintesi nel riconoscimento dell’originalità e autenticità, in un processo in cui innovazione e ricerca storica procedano di pari passo.
Passato, presente e futuro di una storia lunga che ha bisogno di porsi continuamente domande e di riflettere. Ma soprattutto l’Accademia è il luogo del fare, non solo arte ma anche cultura.