Il 25 ottobre del 2022 Gino Sabatini Odoardi è stato il protagonista del primo appuntamento della stagione de I Martedì Critici, un format ideato e curato da Alberto Dambruoso e condotto, per l’occasione, con Massimo Carboni e la direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone Loredana Rea.
Gino Sabatini Odoardi è un artista contemporaneo, nonché insegnante dell’Accademia. Originale la tecnica della "termoformatura", di sua invenzione, il cui scopo è "sottrarre all'oblio quanto più è possibile".
Durante l’intervento de I Martedì Critici sono state proiettate le slide show dedicate al lavoro dell’artista, dove si intuisce la tecnica utilizzata e le opere prodotte. La termoformatura in polistirene è un processo industriale utilizzato nel campo dello stampaggio di materie plastiche, da lui applicata al servizio dell’arte. Con questa tecnica, l’artista isola gli oggetti e li trasforma in sculture, estraniandoli dal mondo e dal tempo, ibernandoli, senza che vi sia la possibilità di recuperare la loro funzione pratica.
Un episodio significativo raccontato dall’artista ha commosso i presenti: nel 2015 fu invitato dall' assessorato alla cultura di Napoli a fare un'installazione per il PAN (Palazzo delle arti di Napoli) e lui scelse di visitare un sito speciale: il Cimitero monumentale di Poggioreale, fra i più belli d'Europa. L' artista vi si recò e, durante la visita, sostò nel "Quadrato degli uomini illustri" dove colse lo squallore dell'abbandono e con cuore greve tentò di strappare le lapidi alle erbacce, alla polvere e all'oblio. La sua installazione era diretta a congelare la memoria di quelle sepolture e per farlo utilizzò dei pezzi di stoffa bianca precedentemente ricamati con le parole "eterne" che si trovano a custodia delle lapidi incise sulla pietra. "Siamo andati dove loro non sono…. Li abbiamo ricordati. Per qualche momento li abbiamo sottratti all'oblio."
Il format de I Martedì Critici prevede un dibattito fra l’artista e l’intervistatore il cui ruolo per l’occasione è stato ricoperto dal Professore Carboni che, con un brevissimo saggio sull’estetica Del bianco e dell’oggetto, ha reso note le poetiche e le direzioni di ricerca dell’artista.