La fabbricante di sogni

Alessandra Ottaviani, l’arte della fiction e il diritto di sognare

Vent’anni fa, una giovane appassionata entrava in Rai con il desiderio di scoprire, apprendere, lasciare un segno. Il primo giorno, la prima diretta: la paura che diventa forza. Questa è la storia di Alessandra Ottaviani, che con intuizione e creatività ha abbracciato l’ignoto con coraggio, affermandosi come producer in prima linea di Rai Fiction e distinguendosi come una promettente fabbricante di sogni.

Fin dal suo arrivo al teatro dell’Accademia, si percepisce un’energia straordinaria. Dalle sue parole comprendiamo che il producer, come un direttore d’orchestra, armonizza tutti i “musicisti”. Non è solo strategia, ma un’arte di equilibrio, sensibilità e intuizione. Alessandra si muove con brillantezza tra le parole, dipingendo l’attività del producer come quella di un navigatore che prevede le tempeste e guida la storia nel cuore del pubblico. La fiction, infatti, crea un ponte tra immaginazione e realtà, restituendoci il diritto di emozionarci e di sognare.

Alessandra Ottaviani ci coinvolge improvvisando dei pitch, il momento in cui un’idea prende vita: l’autore, scrivendo per immagini, crea un quadro accattivante della storia. «Tutto deve essere intonato - dice Alessandra – perché se ognuno mette il suo pezzetto, tutto poi torna». In effetti, il racconto, come la vita, si costruisce su dettagli, turning point e scelte decisive.

Il successo di serie televisive come DOC, Nelle tue mani e Imma Tataranni. Sostituto procuratore, pietre miliari della sua carriera, dimostra la capacità della fiction italiana di parlare al pubblico globale. In un panorama narrativo in evoluzione, tra cinema, TV e streaming, Alessandra ribadisce che il cuore del racconto resta l’intuizione umana: l’intelligenza artificiale può supportare, ma mai sostituire la passione. Crede nelle nuove generazioni e nel valore dello scambio tra esperienza e innovazione, linfa di storie sempre più avvincenti.

La producer, affiancata dalla prof.ssa Anna Maria Recchia, docente di Scenografia e curatrice del seminario, sottolinea il ruolo cruciale della ricerca nella costruzione dell’universo narrativo. Emblema di ciò è Mike, biopic su Mike Bongiorno, che ha richiesto una minuziosa ricostruzione della New York degli anni ’70, realizzata a Sofia, in Bulgaria. La Ottaviani, tra struttura in tre atti e viaggio dell’eroe, si sofferma sulla potenza del turning point, ossia il punto di svolta, il momento in cui tutto cambia, nel racconto come nella vita. Che la producer ci volesse invitare ancora una volta a osare? Mi piace credere che sia così.

E così, il filo conduttore di questa trama è chiaro a tutti: la passione per ciò che si fa.

Per questo motivo, vorrei concludere con un momento particolarmente intenso dell’incontro. Alessandra ci regala una sequenza magica tratta da Leopardi. Il poeta dell’infinito: la camera si apre su un paesaggio sconfinato che si illumina di tinte dorate; il giovane Leopardi danza con la natura mentre la sua voce fuori campo sussurra L’infinito. Un’immagine di pura poesia visiva, un invito a credere nei propri sogni e trasformarli in realtà. Perché il successo di una storia nasce dalla passione con cui la si racconta. E Alessandra Ottaviani ne è la prova vivente.