"Musa e getta". Sedici scrittrici per sedici donne indimenticabili. Il libro a cura di Arianna Ninchi e Silvia Siravo è stato il protagonista della penultima edizione di Libri in Accademia. Nel libro, sedici scrittrici raccontano altrettante donne, muse appunto, personalità attive, autonome e autodeterminate, donne che sono state modelle, pittrici, poetesse, fotografe e tanto altro, il cui genio è stato oscurato quasi sempre dalla compagnia di uomini dalla personalità ingombrante.
Arianna Ninchi e Silvia Siravo hanno raccolto nel libro queste visioni ed essendo anche attrici le hanno interpretate a teatro dando loro voce, tensione, pathos e ironia. Oggi pomeriggio ce ne hanno dato un piccolo saggio introdotte dalla professoressa Mariangela Canale, docente di Storia dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata.
Fra le muse, un posto speciale è occupato da Lizzie Siddal, la modella che ha dato il volto ai Preraffaelliti, la cui abnegazione al lavoro le ha lasciato una malattia che ha compromesso per sempre la sua salute: a lei non è dedicato alcuno scritto, ma in realtà la sua figura ha ispirato tutti i racconti.
Tra le protagoniste, Dora Maar, grandissima fotografa che ebbe la sfortuna di innamorarsi di Picasso come molte donne che hanno sperimentato l’amarezza del carattere dell’artista; ma anche Kiki la regina di Montparnasse, modella del circolo surrealista, immortalata da Man Ray, di cui è ricordato il suo adagio “Mi è piaciuto vivere, il mio lavoro è stato quello di esserci”.
Al contrario di Jean Hébuterne le cui vicissitudini la portarono ad una morte prematura e tragica: visse accanto a Modigliani fine alla sua morte precoce, non resse alla perdita dell’amato e si suicidò. I suoi occhi, “piccoli laghi troppo chiari”, sono stati resi immortali proprio dall’artista.
Tanti altri nomi più o meno famosi compaiono nel libro: Nadia Krupskaja, Rosalind Francklin, Maria Callas, Amanda Lear, celebre musa di Dalì. La caratteristica di questa novella d’arte è la sorprendente visione che le scrittrici (Ritanna Armeni, Angela Bubba, Maria Grazia Calandrone, solo per citarne alcune) hanno dato a queste muse: introspezione e visione del mondo, un modo per sottrarle all’oblio, un punto di vista originale di donne speciali.