Museum Academiae Vitae

Il piacere delle visite alle mostre e ai musei

Nell'era digitale, dove tutto sembra essere accessibile con un semplice click, potremmo chiederci se davvero ha ancora valore la “gita” scolastica e nello specifico la visita ad un museo.
La risposta è certamente sì! Ed è, in realtà, una risposta molteplice, un caleidoscopio di ragioni.

A partire dai dati, sempre in crescita, le visite ai musei rappresentano molto più di una semplice evasione fuori dalle mura scolastiche. Sono esperienze formative, laboratorio di competenze trasversali, momenti preziosi in cui l'apprendimento si fonde con la socialità e la scoperta diretta. Gli studenti imparano a osservare, a formulare domande pertinenti, a collegare le informazioni con le proprie conoscenze pregresse. Si esercitano nell'arte dell'ascolto attivo, sia delle spiegazioni dei prof., sia dei contributi dei compagni. Uno scambio di opinioni che stimola il pensiero critico e aiuta a sviluppare la capacità di argomentare le proprie idee, rispettando al contempo quelle degli altri, momenti che costruiscono e trasformano una semplice visita in un'esperienza formativa a tutto tondo. Ogni visita è un viaggio, attraverso le opere e gli artisti, nel passato, nella storia, fino al futuro. E contribuisce a formare cittadini più consapevoli e culturalmente attivi. A maggior ragione, in una Accademia di belle Arti e in modo particolare per il corso di Comunicazione e Valorizzazione dei Beni Culturali, dove si impara anche a vedere oltre: dietro le quinte degli allestimenti, dentro l’interpretazione del curatore, al di là della patina delle brochure. Negli anni di corso si sono avvicendate professoresse e professori diversi, ripenso con piacere a M. Stella Bottai, e poi Loredana Finicelli, Nicolette Mandarano, Maria Desiré Vacirca, Sabrina Vedovotto. Diverse per natura e studio sono state le bellissime mostre e musei che abbiamo visto, del resto Roma offre praticamente tutto…

Bene…Questo è quanto andava detto... Retorica a parte e non perché non siano tutte cose giustissime ma forse, perché trovandomi ancora dalla parte degli studenti sono, in senso positivo, regredita e penso ogni volta: ma quanto è bello andare in gita? chi non conosce il magnifico senso di libertà e spensieratezza della gita di classe? Il tempo si dilata e le stesse otto ore che in classe sarebbero apparse interminabili magicamente trascorrono e la stanchezza finale, ben maggiore dello stare in classe, è semplicemente e diversamente appagante. E condividere con gli altri serve a moltiplicare le prospettive e vedere con più occhi la stessa cosa, imparare giocando che, come tutti sanno, da Rodari in poi, è la migliore e la più fruttuosa delle lezioni. E quindi, in attesa della prossima gita ci scambiamo le foto dove siamo venuti meglio, in cui stanchi ma sorridenti, abbiamo immortalato persone, panorami, statue e ricordi.