Incontro con Patrizia Dragone, autrice del libro L’arte indifesa: il destino di artisti e collezioni dopo l'emanazione delle leggi razziali

…le loro case occupate, i loro beni rapinati, le loro opere d'arte prima disprezzate come "arte degenerata" e poi però sequestrate e letteralmente rubate. Troppe carriere nella pubblica amministrazione, nelle università, nelle "libere" professioni, nelle forze armate furono fatte sulla pelle di quelli che fino al giorno prima erano colleghi ebrei, anzi colleghi senz'altro. La depredazione dunque come metafora del totalitarismo.
(Senato della Repubblica - Senatrice a vita Liliana Segre).

Così si apre il testo presentato da Patrizia Dragone, docente di museologia dell’Università di Macerata ospite lo scorso 6 marzo della rassegna “Libri in Accademia, i nomi e i volti della storia dell’arte...e non solo”.
Il volume raccoglie gli atti del convegno internazionale di studi L'arte indifesa: il destino di artisti e collezioni dopo l'emanazione delle leggi razziali (EDIFIR, 2020). Un lavoro di ricerca e raccolta curato da Patrizia Dragone e dalla docente Caterina Paparella, storica dell’arte dell’Università di Macerata.

Come si mortifica l’identità di un popolo? In che modo si annichilisce il suo spirito, la sua appartenenza? Distruggendone i simboli, sottraendo, spoliando e depredando il suo patrimonio, la sua memoria storica.
Il testo indaga su una di queste pratiche predatorie ossia la dispersione “fraudolenta” delle collezioni d’arte delle famiglie ebree nel periodo fascista, attraverso dinamiche di mercato illegali ma consentite dalla situazione creatasi dopo l’emanazione delle leggi razziali. Vengono inoltre esaminate a fondo le figure dei collezionisti e degli artisti protagonisti della spoliazione anche attraverso un’attenta e meticolosa ricerca storica, artistica e legislativa, ha come conseguenza anche la possibilità della “dispossetion” ossia “espropriazione e restituzione” ai legittimi eredi di quanto acquisito illegalmente.

Durante il racconto della curatrice, sono emerse molte riflessioni sulle spoliazioni operate durante gli eventi bellici. Si è ad esempio accennato alla vicenda legata a Pasquale Rotondi, storico dell'arte e funzionario italiano, noto per aver salvato durante la Seconda Guerra Mondiale circa diecimila opere d'arte italiane che rischiavano il saccheggio da parte delle truppe naziste e la distruzione a causa dei bombardamenti alleati.