Alla scoperta dell’Ottocento perduto

Incontro con Manuel Carrera

Il 21 febbraio 2023 nuovo appuntamento online e nuovo obiettivo centrato per l’Accademia di Frosinone, in diretta con l’Accademia di Macerata rappresentata dal prof. Manuel Carrera, all’interno del programma della III edizione di “Libri in Accademia”. L’occasione è l’uscita del suo libro, “Antonio Mancini nella Collezione del Museo dell’Ottocento”, accolto, come sottolinea nella presentazione la direttrice Loredana Rea, nella serie di eventi per il 50° anniversario della fondazione, fortuitamente, di entrambe le accademie menzionate. Incontro a cura della prof.ssa Finicelli, sostituita dalla prof.ssa Maria Stella Bottai che fa da moderatrice e, con ospite d’eccezione, il Museo dell’Ottocento Fondazione Di Persio-Pallotta di Pescara. Inaugurato nel 2021 da Vittorio Sgarbi, è un museo privato con una ricca collezione, e ben diciassette di Antonio Mancini, pittore romano che, il prof. Carrera, ci fa conoscere nel suo appassionato intervento. Ottocento italiano ignorato, deve agli studiosi il tentativo di colmare questa perdita e la riscoperta di artisti importantissimi, come il Mancini.

Talento precoce, a soli 12 anni è ammesso all'Accademia di Belle arti di Napoli, allievo di Domenico Morelli. Di origini poverissime, tematica caratterizzante della sua produzione artistica, ritrae gli “scugnizzi” napoletani, e la vita popolare con profondità che richiamano Caravaggio e allo stesso tempo la modernità, il verismo e il naturalismo della sua epoca. Ha una vita movimentata, amici importanti tra cui lo scultore Vincenzo Gemito. Viaggia in Italia e all’estero dove conosce Degas, Manet, Sargent e lavora per famosi mercanti d’arte. Molto apprezzato, ovunque riceve onorificenze e aiuti anche economici per proseguire il suo lavoro. Però la capacità di introspezione psicologica che sa trasmettere nelle sue opere è frutto di un carattere particolare, difficile, di uomo tormentato, un travaglio interiore che lo porterà persino al ricovero per 4 anni, in un manicomio. Fa ricerche e il suo stile si evolve, dipinge, sperimenta. La sua pittura è materica con grumi di colore, inserisce nei quadri materiali estranei e l’utilizzo della “graticola” che consisteva nel mettere due grandi telai, uno davanti al modello, l’altro attaccato alla tela, con la pittura che a volte lasciava intravedere la trama.

Artista unico, ancora tutto da studiare e da valorizzare per l’indiscussa bellezza dei suoi dipinti, che non hanno niente da invidiare ai suoi più famosi contemporanei, nell’ambito del nostro ottocento ancora da scoprire e solo in parte ritrovato.