Open day, giornata aperta

Le scuole si fanno vetrine, fulcro tra istruzione, famiglie e studenti, si mostrano al loro meglio, tirate a lucido per far conoscere la propria offerta formativa

E come ogni primo appuntamento, avete presente quella morsa che prende allo stomaco quando ci si sente nel luogo sbagliato? O in apnea, come un pesce fuor d’acqua? All’ improvviso i corridoi che hai percorso nei mesi precedenti non ti sembrano più così famigliari nel brulicante via vai di alunni e professori. C’è chi trasporta scatoloni da cui sbucano materiali strani e colorati, chi da l’ultimo tocco ad un allestimento, chi ripassa quello che deve dire, chi si occupa della musica e dell’accoglienza, chi, non essendo alla sua prima esperienza, sprona, rassicura e dà la carica prodigandosi e controllando con occhio critico e attento che sia tutto perfetto. Sguardi spaesati e sguardi d’intesa, saluti calorosi di chi non si vede da molto o visi sconosciuti e la tensione tutto intorno, l’euforia dell’attesa che diventa ansia. Anche questo è l’open day all’Accademia, visto da dentro.

Fino a quando, ecco arrivare i primi ragazzi, anche loro un po’ impacciati e intimiditi: solo curiosi o futuri studenti? Di quale indirizzo? Nelle classi assegnate ai vari corsi, ognuno fa del suo meglio con un entusiasmo che specialmente "quelli" del primo anno forse, non sapevano nemmeno di possedere. Le iniziative sono tantissime, al centro l’Arte in tutte le sue forme: spettacoli teatrali con intermezzi musicali dal vivo degli studenti del Conservatorio “Licinio Recife” di Frosinone, laboratori didattici, tour della città, proiezioni video, mostre e performance. Pianeti paralleli di un universo che pulsa di vita.

E all'improvviso, la condivisione, lo spazio tra alunni e professori che per poche ore si riduce allo stato di complici, le risate e la soddisfazione compiono la magia e tutto sembra di nuovo essere nel giusto ordine. E quando tutto finisce, quando i corridoi tornano silenziosi e i rumori sono quelli delle cose e dei banchi da rimettere a posto, i saluti sono diversi, più consapevoli. Resta l'emozione di aver condiviso un'esperienza unica mentre ti ritrovi già a pensare e a immaginare cosa farai il prossimo anno.

E tu di che open day sei?