Parigi: Très chic! Non solo arte ma fashion

Il viaggio a Parigi degli studenti di fashion

Il 2023 per le studentesse del biennio di fashion design inizia con un’ottima occasione per conoscere più da vicino Parigi e vivere un’esperienza unica tra arte, cultura e moda, accompagnate dalla direttrice Loredana Rea e dalle insegnanti Alessandra Di Pofi, Stefania Di Marco, Loredana Finicelli e Stella Bottai, visitando il Louvre e alcuni tra i principali musei. Ma Parigi non è solo questo, e per uno studente di fashion design vuol dire soprattutto moda. E così, dopo un breve salto a Rue de Rivoli, una delle vie più belle e chic della Ville Lumière arriviamo a La Galerie Dior.

Simbolo per antonomasia della Maison Dior e tempio della moda parigina dal dopoguerra in poi, 30 Avenue Montagne è stato il posto più caro a Monsieur Christian Dior. Fu dai saloni di quell’elegante palazzo che il Couturier presentò al mondo il suo New look del ’47. Nella nuovissima Galerie Dior, vero e proprio museo, il fulcro di quel sogno e di quell’universo si apre tramite l’esposizione dell’iconico Bar Suit. Sale inondate di luce, bianco, fiori e bellezza, in cui i codici della Maison dialogano con l’arte e i virtuosismi architettonici. Ci troviamo in un ambiente dove passato e presente sono in dialogo costante, dove i diversi direttori artistici ricodificano l’eleganza delle linee della Maison. Lo spazio celebra, come mai prima d’ora, l’eccellenza e il savoir faire del marchio francese, includendo al proprio interno una parte della mostra Christian Dior Designer of Dreams: una sala con sfondo animato che spazia tra le varie ambientazioni che fanno da scenario ai pezzi d’archivio più significativi, esposti su più livelli, il tutto contornato da una leggera musica classica e atmosfere oniriche ricreate con una tecnologia di videomapping.

Il giorno successivo ci immergiamo nel mondo surrealista di Elsa Schiaparelli al Musèe des Art Dècoratifs, visitando la mostra Shock! I Mondi Surrealisti di Elsa Schiaparelli. Addentrandoci sala dopo sala, il percorso è un crescendo che si snoda dalle origini alle prime collaborazioni con il circolo dei surrealisti, tra cui Salvador Dalì, Jean Cocteau, Man Ray. Il suo nome è legato inoltre a quello dei fotografi Horst, Honingen-Huene e Beaton. La Schiaparelli prendeva parte attivamente alle attività surrealiste e lo testimoniano bozzetti, fotografie e abiti: tecniche trompe l’oeil, anatomie umane diventano dettagli sartoriali eccentrici, ricami dorati si rifanno a lunghi capelli. Le rendono omaggio i direttori creativi Yves Saint Laurent, Azzedine Alaïa, John Galliano, Christian Lacroix e l’attuale Daniel Roseberry, il quale riporta in auge il nome del brand rimanendo fedele a quella che era stata la filosofia di Elsa. Ancora una volta, al centro di tutto, c’è la sartorialità e la manodopera della Couture che non è seconda a nessuno, un crescendo di emozioni e stupore avvolgono lo spettatore da ogni angolo della sala, quelli che ci troviamo davanti non sono semplici abiti ma vere e proprie opere d’arte che raccontano una storia: quella di Elsa.